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Scenografie e costumi per “Pulcinella” di Stravinsky al Teatro dell’Arte della Triennale

1939 Milano
Scenografie e costumi teatrali;
Opere realizzate;

Il Pulcinella di Strawinsky e l'Orfeo di Gluck

Questi sono i due episodi principali del teatro di Gio Ponti, concentrato in un decennio, e centrato sulla Scala: Ho lavorato alla Scala.

Scene e costumi: ma Ponti avrebbe voluto non solo vestire i personaggi e vestire il palcoscenico bensì avere la regia: era un inventore di spettacoli (com'era un inventore di feste) —fin dai tempi del suo colpo di fulmine per i balletti russi dì Diaghilev, e poi per il teatro di Appia. Un dispiacere, per lui, non prendere in mano il teatro - quando già la sua architettura è teatro, uno spazio praticabile pensato per le mobili figure che- da scale, balaustre, balconi, prospettive - appaiono e scompaiono.

Gli abiti che Ponti ama disegnare sono già costumi. Come quelli per il suo teatro: costumi quasi ritagliati in carta, che si infilano per farli danzare: costumi totali, in cui la persona scompare; scompaiono le mani (sempre guanti), scompaiono le chiome (sempre cappelli). Costumi semplificati, fatti per esser visti da lontano, con nulla di materico né, tantomeno, di storico. Così le scene, che dovevano apparire puri bozzetti veloci, semplicemente ingranditi. Dovevano cioè alludere alle scene, non esserlo. Fingere il teatro. Per questo Ponti scriveva, sui suoi fogli di schizzi, fatelo male. Amava, della straordinaria sartoria teatrale, la capacità di improvvisazione: temeva, e detestava, lo scrupolo veristicamente teatrale. Il suo spettacolo era, infondo, il balletto; e il suo personaggio era Arlecchino, acrobata con grazia e con distacco. Anche se ogni tanto compare -vedi l'opuscolo II Coro - un Ponti che vagheggia il teatro solenne e potente, tentazione ricorrente. Per la Scala Ponti progettò anche, nel 1945, scene e costumi del balletto Mondo Tondo di Ennio Porrino e, nel 1954, scene e costumi per il Mitridate di Scarlatti: progetti ineseguiti.